Compagni e docenti sconvolti: “Aveva doti e intelligenza superiori alla norma”

Roseto sotto choc per il sedicenne morto con la cintura al collo. Il sindaco Nugnes: “Facciamo tutti una profonda riflessione”

ROSETO – Una cittadina sotto choc per la notizia della morte del 16enne, studente dell’Istituto superiore Moretti, trovato senza vita ieri sera dal fratellino 12enne nella loro abitazione di Campo a Mare di Roseto, con una cintura per abiti stretta attorno al collo.

Sconvolta è in particolare la popolazione studentesca della scuola dove il giovanissimo di origini romene frequentava: “Aveva doti e un’intelligenza superiore alla norma. Un ragazzo bravissimo, educato, molto rispettoso degli altri e bravo a livello didattico, in tutte le materie. Era un amante del suo indirizzo, sistemi informativi aziendali, infatti in informatica era ‘trainante’, come ci riferiva sempre l’insegnante. Ho parlato con diversi suoi compagni e miei colleghi: siamo tutti esterrefatti, un classico pugno allo stomaco, nessuno se lo aspettava – sono le parole di sconcerto di William Di Marco, insegnante di materie letterarie del sedicenne -. Era molto ligio alle regole della scuola. I genitori sono venuti agli incontri scolastici – prosegue l’insegnante -. Lui stesso partecipava anche a tanti incontri e convegni di storia che noi organizzavamo. Non solo per la sua bravura, ma anche per la normalità dei suoi comportamenti, il fatto che possa aver compiuto questo gesto ci lascia increduli”.

Con profondo sgomento ho appreso la tremenda notizia che ha colpito il cuore della nostra comunità. Un giovane, un adolescente, un figlio della nostra città che ha scelto di togliersi la vita. Di fronte a tragedie come queste è doveroso evitare qualsiasi giudizio e stringerci, uniti, a una famiglia colpita da un dolore profondo e inimmaginabile“. E’ il messaggio del sindaco di Roseto, Mario Nugnes, in merito alla tragedia avvenuta ieri sera. “È un momento che richiede una profonda riflessione in ognuno di noi – conclude il sindaco – dove le parole non bastano, e nel quale dobbiamo continuare a interrogarci e a riflettere in rispettoso silenzio“.

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